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Lunedì 10/01/2022
a cura di Dott. Gianmaria Vianova

Allarme rincari per luce e gas: quanto costeranno e perché ci troviamo in questa situazione



Con il nuovo anno sono entrate in vigore le nuove tariffe di Arera, portando nuovi pesanti rincari per famiglie e imprese. L'Autorità italiana per energia reti e ambiente ha infatti aggiornato alla fine di dicembre il costo per le bollette del primo trimestre 2022: l'aumento è del 55% per l'elettricità e del 41,8% per il gas. Questi aumenti si riferiscono alla "famiglia tipo" che ha consumi medi da 2.700 kWh l'anno con una potenza impegnata di 3kW e consumi di gas di 1.400 metri cubi.

In termini monetari questi rincari si sostanziano in 334 euro in più per la bolletta elettrica e di 610 euro in più per quella del gas. Le famiglie si trovano così sulle spalle un incremento del 68% per la luce e del 64% per il gas nel periodo 1° aprile 2021 - 31 marzo 2022 rispetto al periodo 1° aprile 2020 - 31 marzo 2021.

Questo repentino aumento delle tariffe rispecchia l'andamento del mercato dell'energia dell'ultima parte del 2021, caratterizzato da prezzi all'ingrosso su livelli record. Basta osservare la composizione del prezzo finale in bolletta per comprendere come il costo della materia prima abbia progressivamente assunto un ruolo sempre più preponderante. Nel secondo semestre 2020 la voce "materia prima" rappresentava meno del 40% del totale della bolletta dell'elettricità e meno del 35% per quella del gas naturale. Nel primo trimestre 2022 la bolletta della luce sarà composta per oltre l'80% dal costo dell'energia (meno del 20% dalla somma di imposte, oneri e costo del trasporto) e oltre il 70% dal costo del gas.

Il confronto con i prezzi del 2020, ma anche di inizio 2021, è impietoso. Nel primo trimestre 2021 un metro cubo di gas naturale costava 25,64 centesimi di euro. Nel primo trimestre 2022 Arera stima 96,64 centesimi. Per quanto riguarda la luce il paragone è' ancora più complicato, perché ad inizio 2021 un kilowattora costava agli utenti 9,24 centesimi, divenuti 37,2 nell'ultimo aggiornamento. È quindi la componente energetica ad aver spinto in alto le tariffe finali. Scrive Arera: "Gli aumenti delle bollette riflettono il trend di forte crescita delle quotazioni internazionali delle materie prime energetiche e del prezzo della CO2. In particolare, il prezzo spot del gas naturale al TTF (il mercato di riferimento europeo per il gas naturale) è aumentato, da gennaio a dicembre di quest'anno, di quasi il 500% (da 21 a 120 €/MWh nei valori medi mensili); nello stesso periodo, il prezzo della CO2 è più che raddoppiato (da 33 a 79 €/tCO2)".

La crisi energetica europea, che poi sta all'origine di questi aumenti, è il frutto della concatenazione di eventi avversi. Da una parte la forte domanda di energia delle economie asiatiche (Cina su tutte) ha assorbito una elevata quantità di risorse, tra cui la fornitura di gas da parte della Russia e delle navi LNG (che hanno preferito vendere in Asia approfittando dei prezzi inizialmente più alti). Ciò ha avuto conseguenze sugli approvvigionamenti dell'Europa per l'inverno che si riscontrano ancora oggi in un livello delle riserve di gas del continente anche del 20% sotto la media storica. Specialmente nel caso italiano l'aumento del prezzo del gas si tramuta in un contestuale incremento del prezzo dell'energia elettrica: l'Italia basa circa metà del proprio mix energetico sul gas naturale e le centrali termoelettriche. Un aumento del prezzo del gas e dei permessi per l'emissione della CO2 spinge quindi in alto le quotazioni delle aste all'ingrosso dell'energia elettrica.

Nell'ultima settimana di dicembre 2021 e anche nella prima di gennaio 2022 la corsa dei prezzi di gas ed elettricità sembra essersi fermata (o quantomeno sospesa). Due i fattori che hanno calmierato gli esiti delle aste all'ingrosso: la riduzione della domanda energetica durante le festività e l'arrivo di decine di navi gassiere dagli Stati Uniti (che hanno portato metano liquido, LNG, in Europa).

Prima di poter vedere una discesa delle tariffe nelle utenze di famiglie e imprese bisognerà però attendere ancora diversi trimestri e, soprattutto, una riduzione più ampia dei prezzi all'ingrosso già nelle prossime settimane.

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